La domanda è semplice: per fare il politico bisogna essere mediocri oppure è la politica che rende mediocri anche le persone migliori? È la risposta che non è facile. Il populista che è in me propenderebbe per la prima ipotesi, e non avrei che da spiattellare un lungo elenco di personaggi di potere, che, probabilmente, se messi alla guida di un condominio, verrebbero cacciati a calci in culo per manifesta incapacità.

Siccome mi piace vincere facile, vi faccio un solo esempio: Giuseppe Cannata. Il sindaco di Melilli, mentre scrivo, deve ancora decidere chi nominerà come quarto assessore. Anche se, ad onor del vero, il quarto assessore lo aveva già nominato, tale Sebastiano Caminito, che, però, risulterebbe incompatibile a tale carica per abusi edilizi commessi a Melilli. Vedremo.

Intanto, Enzo Coco, vice sindaco si è dimesso da consigliere comunale e tale gesto aprirebbe la strada alla nomina di un altro consigliere comunale ad assessore tra quelli che sostengono l’amministrazione. Peppe Carta, Nuccio Scollo, Salvo La Rosa? Le condizioni, l’attuale maggioranza li sta creando, le dimissioni di Coco preluderebbero alla soluzione da me paventata.

I cittadini melillesi, che stanno assistendo a tale tourbillon, rimangono indifferenti? Oppure sono convinti che se vige il “Principio di Peter”, in posti e comunità importanti, a maggior ragione può funzionare anche a Melilli?

Che significa il mitico “Principio di Peter”? Che in una gerarchia, ciascuno sale fino a raggiungere il proprio livello di competenza. Geniale, vero? Sai fare bene una cosa, vieni promosso; sei bravo anche nella nuova posizione? Fai un altro avanzamento di carriera; e così via, fino a ritrovarti in una posizione con compiti e responsabilità più grandi di te. A quel punto, non sali più, hai raggiunto il tuo livello di incompetenza. E però neppure retrocedi. Semplicemente ti fermi lì, e sei la persona sbagliata al posto sbagliato.

Secondo lo psicologo Laurence Peter, questo meccanismo spiegherebbe perché tutte le organizzazioni gerarchiche (dagli eserciti alle aziende, agli Stati) sono mal gestite. Ovviamente, si tratta di un paradosso, in pratica é una satira del potere. Però, fa riflettere. E il bello della politica è che spesso, grazie al voto e alle dinamiche di cooptazione, il principio di Peter viene saltato a piè pari. Cosicché, gli incompetenti si trovano magicamente al comando anche quando la loro ascesa si sarebbe dovuta arrestare molto tempo prima.

Tuttavia, a difesa dei politici migliori, perché ce ne sono, va detta un’altra cosa.

Governare la cosa pubblica, con tutte le spinte e controspinte e le variabili impazzite della nostra epoca, è talvolta una missione impossibile, con l’aggravante che tutti sembrano avere in tasca la ricetta per la felicità.

Mi fa ridere il premier israeliano Netanyahu che arriva in Italia e, bel bello, disegna su un tovagliolo il trucco per far ripartire l’economia: basta tagliare le tasse, no?

Già, che deficiente deve essere quel Matteo Renzi! Come avrà fatto a non pensarci prima?

Intanto, Angela Merkel si domanda come diavolo farà ad accogliere qualche centinaio di migliaia di migranti?

David Cameron, si chiede, invece, se non l’abbia sparata troppo grossa quando ha detto di voler chiudere le frontiere della sua isola.

Alexis Tsipras, infine, si interroga su come sia successo che è nato incendiario e rischia di morire pompiere. Ahahah, che ridere, mi ricorda quel cartone animato di un certo draghetto che da grande, poverino, voleva fare il pompiere.

Francamente, pur con tutti i loro difetti, non posso credere che Renzi, Merkel, Cameron, Tsipras, ma anche Obama o Putin, siano politici mediocri, e neppure persone mediocri. È la complessità delle sfide da affrontare che li rende apparentemente tali. Insomma, non sono cattivi, sono i fatti che li disegnano così. Cannata a parte, ovviamente.

 

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