A cura di Mara Nicotra
(Ricercatore in biologia evoluzionistica-Consulente ambientale)

Era settembre 2015 quando il sig. Giovanni si accorge di aver contratto il Mieloma Multiplo, un tumore causato da esposizione da benzene. Di fronte alla notizia la paura e l’angoscia lo assalgono. Il senso di confusione dopo la diagnosi di tumore è stato paragonato “ai secondi successivi a una scossa di terremoto”. Pensa che “l’intruso”sia arrivato nel momento sbagliato, interrompendo bruscamente progetti e speranze come il mutuo della casa, i suoi bambini, la moglie. La sensazione è quella di sentire la sua vita appesa ad un filo, ove non c’è spazio per altro se non per la sua malattia.
Giovanni cerca di andare in pensione, ma la domanda gli viene respinta e per di più a novembre 2016 lo trasferiscono ad Augusta nella sede del più grande polo petrolchimico d’Europa, a circa 125 Km di distanza dalla sua abitazione. Laddove, l’aria, i suoli e il mare sono impestati di veleni cancerogeni e mutageni come benzene, diossina, polveri e metalli pesanti di cui il mercurio e l’arsenico.
Augusta è la città con il più elevato tasso di incidenze tumorali superiore alla media nazionale.
Gli stabilimenti prevalentemente di tipo petrolchimico che si sono insediati e progressivamente sviluppati dagli anni 50’/60’ in poi’ sono sottoposti ad AIA ministeriale. Se da un lato hanno generato un forte boom economico e pendolarismo di molti operai dalle province vicine (Ruggiero V., 1971-1972- i porti petroliferi della Sicilia e le loro aree di sviluppo industriale, in <>, Catania) trasformando la sonnolenta cittadina di Augusta da piccolo scalo commerciale e base militare in uno dei porti industriali più importanti del Mediterraneo, dall’altro, hanno causato, nel giro di pochi anni dalla loro attività produttiva, una chiara contaminazione dell’ambiente e della salute pubblica.
Tutto il territorio è in attesa di bonifica e di un piano di risanamento ambientale e mantenimento della qualità dell’aria.
Giovanni da sottoufficiale ufficiale della Marina Militare viene congedato in fretta e ora si trova a fare il dipendente civile in una zona a rischio ambientale del siracusano.
Giovanni ha appena compiuto 42 anni e vive a Piedimonte Etneo (CT). Ma ha contratto il cancro molto probabilmente, poiché le indagini sono ancora in corso, nel periodo di lavoro trascorso dal 2007 al 2015 nel laboratorio chimico c/o la sede della stazione elicotteri della Marina Militare di Catania per via dell’inalazione del benzene (C6H6), un composto organico volatile capostipite degli idrocarburi policiclici aromatici classificato dalla IARC nel gruppo I cioè tra le sostanze per le quali esiste una evidenza accertata di induzione di tumori nell’uomo, come il Mieloma Multiplo.
Il benzene è un liquido incolore, facilmente infiammabile, dal caratteristico odore pungente che ricorda quello della vernice fresca e quello dello smalto per le unghie.
È impiegato per la produzione di composti chimici di base utilizzati a loro volta per la produzione di policarbonati, resine epossidiche e nylon, è un costituente in tracce della frazione aromatica della benzina impiegata in sostituzione dei composti di piombo come antidetonante nella benzina “verde”.
Il benzene è un inquinante ubiquitario le cui principali sorgenti sono soprattutto i processi industriali, quali la raffinazione e la distribuzione dei prodotti petroliferi, alcuni settori dell’industria chimica, la combustione, lo stoccaggio e smaltimento rifiuti, i laboratori di chimica e fumo da sigaretta.
Si evidenzia ancora, che il signor Giovanni “non è un soggetto fumatore”. Giovanni ci riferisce che è stato a contatto anche con altre sostanze cancerogene con fase di rischio R 45 (che significa: può provocare il cancro) e R 49 (che può provocare il cancro per inalazione).
La diagnosi scaturita dopo essersi sottoposto ad elettroforesi e subito dopo a biopsia del midollo osseo è la seguente: “Alterazioni del quadro siero proteico con aumento di una componente monoclonale che, a seguito di biopsia ossea, diventa: Mieloma Multiplo asintomatico IgA lambda”.
Significa che in questo momento il mieloma è indolente, nel senso che è asintomatico, ha una crescita lenta e non sta causando lesioni ad ossa o altri organi del corpo. Ma c’è! Può degenerare! Essere letale! Deve essere monitorato! Controllato continuamente!
Il mieloma multiplo è un tumore che colpisce le plasmacellule, una componente molto importante del sistema immunitario.
La crescita anomala di queste plasmacellule può creare problemi anche alle altre cellule del sangue (globuli rossi, globuli bianchi, piastrine) e dare origine, per esempio, a indebolimento delle difese immunitarie, anemia o difetti nella coagulazione. Inoltre le cellule del mieloma producono una sostanza che stimola gli osteoclasti, responsabili della distruzione del tessuto osseo, ecco perché, di conseguenza, i pazienti affetti da mieloma sono spesso soggetti a fratture ossee.
Giovanni è molto stressato e ha paura di non poter vedere crescere i suoi figli perché essendo stato trasferito in un luogo insalubre come Augusta significa aggravare il suo stato di salute.
Studi di letteratura riportano che il 30-40% delle persone ammalate di cancro vive una situazione di stress più o meno severo che può comportare importanti conseguenze non solo sul piano della salute ma anche sul fronte economico. Infatti, aver trasferito Giovanni in una zona altamente inquinata come Augusta a circa 250 km (andata/ritorno) da casa sua e per di più in un ufficio distaccato dalla sede centrale della Marina Militare, ubicato accanto alla Maxcom petroli S.p.A, il deposito di combustibili dichiarato “insalubre”, certamente non lo aiuta a guarire e/o congelare il tumore, anzi c’è la fondata certezza che la patologia in atto, cioè il Mieloma Multiplo, possa esplodere in maniera esponenziale ed essere letale. Inoltre, affrontare quotidianamente tutti questi km al giorno con auto propria comporta una spesa di benzina non indifferente.
Le Sentenze del tribunale di Mantova (Proc. pen. n. 2375/2001 R.G.N.R. – n. 1303/2010 Reg. Trib. del 12 gennaio 2015 + Sentenza n. 1142 del 14 ottobre 2014) contro il Petrolchimico, hanno dimostrato che: tutti gli operai e/o gli addetti ai laboratori chimici dello stesso Petrolchimico di Mantova, che sono stati a contatto col benzene e altre sostanze cancerogene, e che poi, si sono ammalati di “Mieloma Multiplo”, la maggior parte di loro sono deceduti nel giro di pochi anni (circa 20 vent’anni).
Se consideriamo l’età di Giovanni (42) e l’anno in cui si è ammalato (2015) di Mieloma Multiplo secondo la letteratura scientifica e dai risultati di queste sentenze, non arriverà neanche all’età pensionabile (67 anni). E se ciò, malauguratamente accadesse sarebbe un omicidio di Stato! Perché Giovanni per la patologia che ha in corso avrebbe già dovuto essere collocato in pensione con il massimo dello stipendio e magari con un bel risarcimento per il danno subito, ma gli è stato negato dalla Commissione medica ospedaliera di Augusta! E’ ancora lì a inalare veleni e ingiustizie!
Giovanni nonostante l’accertamento della sua patologia è stato abbandonato dalla sua stessa forza armata: la Marina Militare. Giovanni è vittima del dovere. Giovanni è un servitore dello Stato!
Secondo la letteratura scientifica l’esposizione precoce e quotidiana a un inquinamento sempre più capillare e, in particolare, a sostanze cancerogene e mutagene, come il benzene, determina uno stato di instabilità del nostro genoma e pone le premesse alle mutazioni che danno origine ai tumori, nel caso di Giovanni al “Mieloma Multiplo”.
Alcuni fattori esogeni (inquinanti petroliferi, petrolchimici, chimici) determinano una sorta di stress genetico che nel giro di alcuni anni o decenni si traduce in vere e proprie mutazioni portando a decesso l’individuo, poiché, come insegnano molti scienziati queste mutazioni non sono stocastiche (casuali) ma sono piuttosto il prodotto di uno stress epigenetico (esterno) relativamente prolungato che poi si trasforma in danno genetico.
Si auspica alle autorità competenti di prendere i dovuti provvedimenti nel far trasferire Giovanni da Augusta a Catania al più presto possibile, quindi in altra sede lavorativa più salubre, possibilmente vicina alla sua abitazione onde evitare stress psicofisico, fisico, sociale ed economico, solo così Giovanni potrà vivere più sereno vicino alla sua famiglia e migliorare la sua qualità di vita, affrontando più tardi possibile e in maniera dignitosa la sua malattia.

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