La cosa comica è che è in atto una sostituzione della politica, con amici o pseudo tali, proprio per mano di uno che in questi ultimi sei mesi si è contraddistinto (parliamo di Pippo Sorbello) abbandonando la maggioranza di Cannata, dicendo che la politica doveva tornare al comando. Diceva pure che a Melilli stava prevalendo la politica delle vendette, la caccia all’uomo, soprattutto la caccia agli uomini più vicini a se stesso. Da Mara Nicotra a Daniel Amato, da Daniele Lentini a Marina Ferrara a Gaetano Albanese. Assessori, coordinatori, dirigenti vicini a lui. Pippo Sorbello diceva di voler rimettere la politica al comando. Invece, in questa ultima settimana, ritirata la mozione di sfiducia, ed i numeri c’erano per andare fino in fondo, con una conversione a trecentosessanta gradi si è tornati indietro di sei mesi, riportando tutto allo stato primitivo. Facendo finta di aver cambiato tutto, senza nella sostanza delle cose aver cambiato nulla. Si vocifera che Sorbello non può litigare con Cannata perché i due, in fondo, sono le due facce della stessa medaglia.

Sorbello asseriva, dopo l’azzeramento della giunta (da parte di Cannata al suo rientro, ad agosto dello scorso anno), che passare all’opposizione sarebbe servito a rifondare la politica ripartendo da una riorganizzazione della medesima, formando un gruppo coeso come Dio comanda,voleva, in pratica, istituire la formazione di una classe politica decente, Invece, come se nulla fosse successo in questi ultimi sei mesi di guerra, è ritornato ad attorniarsi di vecchi amici, anzi, di pseudo tali e portaborse.

La conclusione è che la nostra classe politica è inadeguata, per lo meno quella che sta attorno ai leader storici melillesi.

La classe politica si è dimostrata totalmente incapace nel periodo intercorso tra l’azzeramento e l’ultima composizione della giunta, che ha sancito la pace (SIC!) del duo Cannata/Sorbello.

Si era avuta la sensazione che si fossero rinsaldate amicizie e nuove collaborazioni ed invece tali sentimenti sono diventati per qualcuno opportunità da giocarsi in un tavolo di roulette. Chi ha pensato a questo ha sbagliato solennemente perché l’amicizia è un sostegno alla vita di chi ha la fortuna di poterci contare. E’ un sentimento specifico, talvolta speciale. L’amicizia è emozione, ma anche scelta ragionata protesa all’amico.

Amicizia e amore romantico sono due espressioni dell’analoga capacità umana di vicinanza, partecipazione ed empatia verso i propri simili. La prima deriva probabilmente dalla programmazione genetica dalle specie animali di rango superiore di socializzare. La seconda dalla capacità riproduttiva di queste specie e di quella umana in particolare. L’amico è una risorsa nel percorso esistenziale, quando il sentiero è fitto di vegetazione e di piante piene di spine e di foglie urticanti. L’amico è lì, a volte davanti a te, col machete in mano a spianarti la strada (quanti articoli coniati a difesa) evitandoti quanto più dolore possibile. Oppure è accanto a te, a ferirsi del tuo stesso dolore, per esserci e dirti forte e chiaro conta su di me.

A volte l’amico può essere scomodo, quando ti dice una verità che non vorresti sentire pronunciare, perché sai che è così, ma preferiresti ignorarlo. Lui ti inchioda alle tue responsabilità senza gli inutili fraseggi degli ipocriti, che pur di non avere grane continuano ad illuderti dicendoti le mezze verità.

Per questo motivo con gli amici veri talvolta si litiga, anche di brutto, perché loro non temono il dissenso o la tua ira, protesi come sono solo al tuo bene, nell’assoluta buona fede, offrendoti qualche volta anche qualche calice amaro.

L’amico può sbagliare, è ovvio. Ma non ha mai intenti sommersi o ambigui.

E’ sempre onesto e dalla tua parte.

Da buon essere umano, l’amico ha le sue passioni, le sue dinamiche. E a volte possono fare capolino nella gelosia e ostilità.

Questo non compromette affatto il sentimento di base, perché basta rivedersi, confrontare onestamente la relazione, per far rientrare nella consapevolezza ogni turbolenza emozionale sino ad allora per lo più ignota.

In questo momento Melilli è perduta, da qui alle prossime elezioni, partiti e movimenti vari cercheranno di competere con i Sorbello, con i Cannata e con altri ancora, che della coerenza, però, ne hanno fatto uno stile: Antonio Annino docet. Ed insieme a lui emergeranno sicuramente personaggi come Cannella e Pierfrancesco Scollo pronti com’erano per coerenza a sfiduciare Cannata.

Si è persa una bella occasione, occasione che, difficilmente in questa ultima legislatura potrà capitare. Ora è importante non ripetere più gli errori commessi in questi ultimi anni.

A Melilli c’è fame di lavoro, equità, legalità, buona amministrazione, amicizia, coesione, pace.

Adesso per invertire la tendenza bisogna andare di corsa, mancano appena 15 mesi al suono della campanella, dopo ci saranno le nuove amministrative che potranno premiare od affossare (in)coerenza di questi ultimi giorni.

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