Dopo l’azzeramento dell’ultima giunta, ed avendo assistito al consiglio comunale di giovedì scorso, mi sento veramente nauseato del come il palazzo di città sia diventato un circo equestre.

Da quando il sindaco è stato graziato e rimesso in sella dalla legge Severino ha distrutto e nominato tre giunte di governo, la prima perché voleva una giunta di eccellenza, la seconda a seguito di una pace armata raggiunta, adesso perché vuole una giunta di salute pubblica. In questo frangente, Melilli, persa era, persa è, e se continua così, persa sarà.

Miei cari concittadini, mi accorgo tuttora, amaramente, di come questo paese sia guidato da gente ingiusta, senza scrupoli, che offende il nostro popolo ingannandolo con promesse lusinghiere per poi infrangerle alla prima occasione.

Cari compaesani il sindaco Cannata ha tradito tutti i buoni elettori che vedevano in lui un affidabile persona, si rivela agli occhi della maggior parte dei cittadini come un essere che opprime e mortifica non solo i pensieri di chi la pensa diversamente, ma ignora l’essenza stessa del principio democratico.

Molte cose in questi due anni di mia residenza a Melilli le ho taciute, molte ne ho sopportate.

Ho cercato di portare avanti le idee che stimavo e stimo più giuste; ma ho trovato sempre il disaccordo del sindaco anche quando lo sostenevo.  Un uomo che ora, dopo essersi spudoratamente servito dei componenti della giunta, li getta via perché troppo scomodi, perché troppo leali alle coalizioni di appartenenza e ai loro principi, perché incapaci di piegarsi alla sua logica perversa del suo modo di agire per conservare uno “Status quo” favorevole soltanto a lui e ai suoi “Discepoli ” (diabolici).

Un uomo che pur di rimanere in sella non si farà scrupolo e si affiancherà a tutti quegli avversari che di lui hanno detto peste e corna durante la campagna elettorale, ed anche fino a qualche mese fa.

La politica dovrebbe essere l’arte suprema a servizio di tutti (in una democrazia), invece nel nostro paese, e questo mi rattrista molto, sembra sempre più che siano i pochi (oligarchia) a sfruttare le risorse del nostro paese.

Una piccola cerchia che si nutre di tutto ciò che ha intorno, distruggendo ogni altra iniziativa anche se buona e nobile, per il proprio tornaconto, chi non appartiene a tale “Casta” è costretto a lottare con tutte le forze per non cedere alla tentazione di abbandonare i sani e buoni principi, e sfruttare il primo vento che gli si presenta davanti.

I nostri figli non meritano di dover patire le conseguenze delle scelte operate da un primo cittadino che oggi non rappresenta più i bisogni degli abitanti di Melilli.

La vera Melilli non vuole i sogni dorati di feste, bazar e trastulli vari, ma desidera soprattutto che i servizi funzionino adeguatamente, che vi sia più attenzione ai bisogni reali della gente (lavoro) e meno feste “Pagane” che lasciano solo sporcizie, e che ci fanno apparire come il “Luna park” della provincia. Già, forse è questo il sogno di un uomo bisbetico e dall’indole tirannesca;far diventare questo piccolo paese un grande teatro dove ogni giorno è una burla farsesca, in cui tutto è falso ed immaginario; ma spente le luci, tolti i fondali di cartone, partiti i grandi attori, cala il sipario grottescamente sulle povere comparse di una scena paesana, i quali vorrebbero solo un esistenza serena e degna per loro ed i propri figli.

Un uomo, il cui unico e vero scopo, dopo essersi svincolato da chi lo ha messo in quel posto, è portare la sua persona al centro di tutto; creare quasi un culto della propria identità; proprio come un re; egli vuole essere l’unico artefice di tutto, che si circonda, nella sua corte di esseri che pensano, agiscono come lui. Al di fuori degli alfieri di carta tutti coloro che non la pensano come il “Grand’ uomo” (SIC) vengono messi da parte, per far posto ai suoi diletti, pur sapendo che sono ottimi elementi nel loro campo di lavoro. Quanti ne ha fatto fuori in quest’ultimo anno il sig. Cannata? Dal responsabile del Nucleo ambientale Daniel Amato all’assessore Mara Nicotra, a Gaetano Albanese della Protezione civile, a Marina Ferraro responsabile dell’ufficio di gabinetto, all’ultima giunta che lo sosteneva e che forse non gli permetteva in assoluto di poter fare tutto quello che gli passava per la testa.

La democrazia è un grande bene ma come tutti i grandi valori deve essere tutelato e non distrutto. Quando un uomo non capisce questo, non può mai essere un buon amministratore; è il genere di individuo che non accetta d’aver torto, non capisce dove e quando sbaglia e rende vano tutto l’apparato democratico che i nostri padri con sacrifici e sforzi immani hanno costruito pensando di regalarci un futuro migliore, privo di vessazioni, di favoritismi, e pieno di libertà. Cose che oggi, nel nostro piccolo paese Melilli non avvengono.

Detto questo miei cari concittadini non ci resta che affermare onestamente di aver commesso un errore a riporre la nostra genuina fiducia ad una persona che si è rivelata un ingordo che sta divorando ogni energia del nostro paese per affermare il suo egocentrismo e per dare lustro alla sua corte che, giorno dopo giorno, si sta sfoltendo, lasciandolo solo ad osannare, davanti ad uno specchio, la sua immagine.

Mi chiedo adesso come il Sindaco Cannata può ricoprire questa carica senza il consenso reale della maggior parte dei Melillesi: un uomo con una coscienza, con un minimo di senso etico, e con una vera vocazione istituzionale verso il “Bene comune”dovrebbe rimettere il proprio mandato nelle mani del popolo, ma questo purtroppo non avverrà!

Ho cercato più volte, attraverso i miei articoli, di correggere l’andamento di una politica perversa, credendo che il sindaco e gli altri potessero cambiare il modo di far politica; ma con l’ultimo gesto, di cui tutti siete a conoscenza è stato dimostrato ancora una volta di non voler dare ascolto a nessuno, se non a se stesso e al suo smisurato ego, che non gli permette di pensare al bene della democrazia, del paese, ma soltanto ai suoi interessi.

Nonostante tutto, cari melillesi, ho fiducia nella giustizia dello Stato e confido fermamente in un’altro giudizio più vero, più corretto di ogni altro umano pensiero.

Caro Cannata: “Melilli, persa era, persa è, e se continui ad amministrarla, persa sarà”.

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