Non solo le morti e gli ammalati per cancro. Non solo gli incidenti rilevanti per mancanza di sicurezza. Adesso, pure, il licenziamento degli operai che lavorano alla Rendelin, azienda di pitturazione alla zona industriale (ISAB Nord e ISAB Sud). Giorni fa una lettera inviata dalla stessa società ai dipendenti con la quale gli viene notificato che il contratto in scadenza al 31 dicembre 2015 non verrà più rinnovato. Segue uno sciopero. I veri motivi del licenziamento? Riguardano la volontà di strozzare, da parte di Isab, le presenze lavorative nell’indotto, prova ne è che sono state già contattate dalla Isab stessa due aziende di manutenzione meccanica senza la dovuta specializzazione. Dunque, tutti gli occupati della ditta Rendelin perderanno il lavoro. Ma tutto tace. Tutto ciò secondo la Isab dovrebbe passare sotto silenzio.

Dove sono i sindaci che dovrebbero essere i garanti della manodopera e della sicurezza per le aziende ricadenti nel loro territorio? Forse in questo momento qualcuno di loro è impegnato a raccomandare qualche parente, sempre dentro la cerchia del 4° grado, però, per le prossime assunzioni che ci saranno da qui a poco alla Esso. Praticando così il voto di scambio.

Ed i sindacalisti? Che in questo momento sono vicini agli operai in sciopero, si stanno veramente prodigando per salvaguardare il posto di lavoro dei dipendenti della Rendelin? Di questo passo all’interno della zona industriale non sarà più garantito un bel niente. Neanche quei lavoratori che sono occupati con le committenti. Magari, questi, rispetto ai colleghi dell’indotto, si sentono in una botte di ferro. Ma ciò potrebbe accadere anche a loro.

Siamo convinti che prima o dopo anche loro saranno messi nel crogiolo senza esclusione alcuna.  La battaglia che stanno facendo i lavoratori della Rendelin è una battaglia di dignità, oltre che a difesa del proprio posto di lavoro. Se tutto ciò sarà capito in tempo, forse qualcosa di questa zona industriale potrà essere ancora salvata.

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