Il gioco è l’espressione più autentica della cultura umana, è sempre “figlio del tempo” e si adatta al contesto sociale in cui si svolge. Il recupero dei giochi tradizionali rappresenta pertanto la riscoperta della propria storia, delle proprie origini e del senso di appartenenza. Il gioco stimola l’inventiva, la curiosità, la manualità, l’ingegno; con il gioco il bambino si adatta e si avvicina alla società degli adulti. Oggi i giochi sono prodotti dalle industrie, la Tv e il computer hanno ucciso la creatività dei ragazzi, eliminando i segni educativi del gioco: il movimento, la comunicazione, la fantasia, l’avventura, la costruzione, la socializzazione. Un tempo con poco si sopravviveva alla noia, oggi purtroppo ciò non avviene più, come, a causa dell’aumento del benessere e del traffico non si gioca più nelle strade e i giochi tradizionali continuano a vivere solo nella memoria dei più anziani.

Lo scopo primario di organizzare questi giochi da parte dell’associazione “Prima Linea” e da Nicoletta La Bella, vulcanico presidente dell’associazione stessa, è stato proprio questo.

La manifestazione  dal titolo:  “E-STATE… SOBRI”è stata fortemente voluta dal sindaco di Priolo Pippo Gianni che così ha voluto dare un riconoscimento alla proposta ed al lavoro svolto dall’associazione, che così facendo ha voluto vedere all’opera anche tanti bambini, che hanno dato fondo a tutte le loro energie sprigionate dall’argento vivo che sono abituati a sprigionare e che spesso, purtroppo, ritrovandosi chiusi tra quattro mura non riescono a divertirsi come hanno fatto nei giorni 27 e 28 settembre, proprio dedicati all’iniziativa dinanzi al palazzo comunale di Priolo.

L’iniziativa, la prima a Priolo, é stata quella di iniziare a far rivedere e registrare questi vecchi giochi tradizionali per non farli cadere definitivamente nell’oblio.

Anche qui, come in tutte le società povere, i bambini si costruivano da soli i loro giochi con i materiali che c’erano a disposizione e la fantasia diventava la materia primaria. I giochi si facevano prevalentemente per strada o nei tanti spazi che la natura concedeva. C’era il piacere di fare parte del gruppo di mettersi alla prova riuscendo a superare le difficoltà.

Molti giochi hanno un fondo comune di tradizione, in quanto l’uno l’ha imparato dall’altro e spostandosi lo ha modificato e adattato al nuovo ambiente e alle nuove abitudini, giocando si produce anche in maniera naturale il calcio, minerale importante per lo sviluppo delle ossa. Muoversi è esprimersi liberamente. Il gioco stimola anche l’appetito e brucia quei grassi in eccesso prevenendo patologie come l’obesità e il diabete.

Proporre il gioco attraverso l’attività motoria vuol dire favorire la ricerca, favorire nuove scoperte, sviluppare nel bambino il senso del gruppo, della socializzazione, della gara, distrarlo dai soprusi, dalle problematiche intra – familiari ricorrenti a questa età, dagli abusi, dalle violenze subite anche verbalmente. Giocare vuol dire sfogarsi in maniera sana.

Certamente il gioco all’aperto e’ la terapia più efficace per i nostri ragazzini. Ma giocare all’aperto richiede spazi verdi e aria pulita. A volte basta davvero poco per divertirsi e per dimenticare per un attimo un episodio di violenza: qualche amico, un prato o un cortile, una fune, un fazzoletto, un cerchio, un sacco, un gesso, e una piazza gremita da simpatica gente e, voilà, si da via al divertimento senza pensieri. E’bello vederli divertire con i giochi che abbiamo fatto tutti noi. E questi giochi dovrebbero essere valorizzati più spesso, perché con l’era del web, oggi, stanno scomparendo, continuano a vivere solo nella memoria dei più anziani.

A chiusura della manifestazione tutti i piccoli sul palco, appositamente montato, per ricevere tanti piccoli giochi offerti dall’associazione “Prima Linea”. La serata èstata chiusa dagli interventi di Nicoletta La Bella, dalla dottoressa Mara Nicotra e dal già sindaco di Canicattini Paolo Amenta.

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