I giovani a Melilli. Ne vedi spesso tanti, fermi davanti ai bar o seduti a chiacchierare in gruppo da qualche parte. Qualcuno li osserva, e in maniera superficiale li giudica negativamente. La vede come una generazione senza ideali che pensa solo a bere, divertirsi e a non fare niente. Ma non è affatto vero. Basterebbe guardarsi attorno senza pregiudizi, evitando i luoghi comuni e senza soffermarsi troppo sul look o sui loro atteggiamenti per rendersene conto: si scoprirebbe un mondo fatto di tanti ragazzi che studiano, si impegnano in diverse attività, anche di volontariato, che non si piegano alle prime difficoltà e cercano un lavoro che spesso non c’è. E che magari, quando ne trovano uno, non si fanno problemi ad accettare orari assurdi, stipendi ridicoli e contratti capestro (quando ci sono). Sarebbero questi, quindi, i ventenni senza volontà e senza valori di oggi? Ma non scherziamo! Certo, qualche lavativo, nel “gruppone”, ci sarà, come in qualsiasi settore della nostra società. Ma la stragrande maggioranza non lo è, e se ogni tanto qualcuno di loro sta a ciondolare davanti a un bar, non vuol dir nulla. Lo fa magari perché costretto dalla mancanza di opportunità, di luoghi di aggregazione pubblici o semplicemente perché è un suo diritto divertirsi un po’, avere un momento di pausa, specie in quelle giornate intense sotto il profilo emotivo. Giornate dove avrà perso magari ore e ore rimbalzato di qua e di là da qualche politico disinteressato alle sue problematiche, ignorato dalle istituzioni o maltrattato da qualche imprenditore senza scrupoli che vorrebbe sfruttarlo fino alla “morte”. Bisogna quindi ribellarsi all’idea che hanno alcuni che i ragazzi del nostro territorio siano tutti superficiali, vacabunni e ignoranti, o la fonte dalla quale attingere i voti alla bisogna. Da questo punto di vista sarebbe ora, per chi governa o mira a farlo in futuro, di smetterla con certi giovanilismi di facciata e di iniziare a mostrare un vero interesse alle problematiche dei ragazzi, dando loro qualche segnale di vita concreto (non i soliti contentini). Per esempio studiando dei modi per inserirli nel mondo del lavoro o per eliminare una volta per tutte, laddove possibile, l’odiosa dicotomia fra chi lavora con tutte le garanzie, e chi non ne ha alcuna. Perché i nostri giovani sono una risorsa da valorizzare, non un peso da ignorare fino alle prossime elezioni.

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