Un grande riconoscimento per la città di Melilli e per tutti i suoi cittadini, “A festa i Maju”, il rito che celebra la festa patronale di San Sebastiano entra a far parte del REIS, il Registro che raccoglie le Eredità Immateriali della Sicilia.

Entusiasta il sindaco di Melilli, Giuseppe Carta, che ha tanto lavorato per raggiungere questo prestigioso obiettivo: “Grazie a questo riconoscimento, fortemente voluto dall’amministrazione che ho l’onore di rappresentare, si accelera il processo di riconoscimento Unesco della nostra festa”.

 Soddisfazione per l’assessore alla cultura e al turismo Rosario Cutrona: “È sotto gli occhi di tutti il cambio di rotta che vive Melilli, stiamo procedendo, spediti, verso il recupero della nostra identità territoriale e questo porta ad un riconoscimento totale del nostro brand, Melilli, Terrazza degli Iblei, e delle nostre tradizioni”

 Melilli, un comune ricco di storia, ricco di luoghi bellissimi che con l’avvento dell’insediamento industriale sono rimasti offuscati da un’effimera ricchezza.

Posti come: Pirrera, Grotta Palombara, Grotta di Mastropietro, Sughereta, Riserva Naturale Integrale, complesso speleologico Villasmundo – S. Alfio, legati a storia e natura sono sempre esistiti, ma evidentemente ai grandi sindaci che si sono succeduti al governo del nostro paese non è mai interessato valorizzarli, lor signori hanno pensato bene che sarebbe stato meglio fare affari solo con industrie, discariche e grandi centri commerciali.

Ci hanno fatto credere, ed in parte ci sono riusciti, che con l’ignoranza al potere si poteva trovare una scorciatoia e dare un colpo alle élite, agli intellettuali.

Ma è stato evidentemente un abbaglio, un grandissimo inganno, che ha danneggiato i cittadini su tutti i fronti.

Denigrare l’istruzione, alla Cetto La Qualunque che declamava “ma acchi servi a laurea…..”, togliere valore alla faticosa conquista della competenza significherebbe creare una società senza più ascensori sociali, nella quale vincerebbe solo la forza, la ricchezza e la furbizia, dove i poteri forti e opachi sarebbero sempre più forti e sempre più opachi, mentre i deboli e gli onesti sarebbero sempre più emarginati.

I predecessori di Peppe Carta, alcuni, dediti solo a fare grandi affari, hanno fatto diventare Melilli un paese fantasma ed un grande dormitorio.

Un paese che non ha un cinema, un teatro, un grande centro di aggregazione culturale, negozi, un turismo storico-naturalistico….  è destinato ad non avere un futuro.

Questa amministrazione, piaccia o non piaccia, sta cercando di cambiare il volto di Melilli e delle vicine frazioni: Villasmundo e Città Giardino, un territorio, Melilli, da sempre legato a tanti personaggi di cultura, come Giuseppe Aurelio Costanzo, Giulio Emanuele Rizzo, Filippo Crescimanno, Gianbattista  Rizzo,  Emilio Prazio, Rosario Carta, Sebastiano Marchese, Pino Valenti, Max Biagio Corvo, e tanti altri ancora.

Puntando sulla cultura, faremmo conoscere il nostro territorio al mondo intero, e valorizzando le tradizioni artigianali come il Carnevale Melillese, fra gli appuntamenti laici di maggior rilievo, potremmo rimpinguare l’economia del paese. Se solo pensassimo al primo carro allegorico melillese dal titolo: “Vivere – Non si muore mai” che fu allestito dalla comitiva “a Someggiata” torniamo indietro di ottantacinque anni, nel lontano 1936, quando lo scoppio della guerra d’Africa, prima, e, della seconda guerra mondiale, dopo, interruppero forzatamente questa tradizione, che fortunatamente poi venne ripresa subito dopo il periodo bellico. E da allora non si è più fermata fino a prima della pandemia.

Puntando sulla cultura, contrariamente a quello che si è fatto in passato, Melilli non potrà mai morire e potrebbe diventare, realmente, la “Terrazza degli Iblei”.

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