Riceviamo e pubblichiamo

Prof. Avv. Angela Passarello

 Preg.mi direttori affido a Voi questo pensiero, confidando che possa suscitare un’opportuna riflessione.Premetto, come gran parte del popolo italiano, di ammirare i tedeschi per i loro tanti pregi, tra i quali spiccano correttezza e precisione, virtù purtroppo non così largamente diffuse in Italia, tant’è che nelle nostre case molto parla tedesco: dalle auto agli elettrodomestici, finanche ai detersivi. La precisazione è d’obbligo affinchè quanto mi accingo ad esprimere non venga frainteso.

Noi, in Italia, attaccati  alle spalle da un nemico invisibile, incauti  ed impreparati, stiamo morendo in estrema solitudine e nel modo più desolante, come  mai ci si poteva immaginare all’alba del terzo millennio. L’emergenza epidemica ha rivelato la debolezza del nostro sistema in tutta la sua cruda verità: gli ospedali si sono trasformati in camere mortuarie e luoghi di contagio mortale, anche per gli operatori sanitari, soldati in guerra a mani nude e con armi spuntate; gli ospizi sono diventati subdole trappole virali per i loro ospiti; le case  luoghi detentivi per i loro abitanti laddove, riescano, ancora. a sopravvivere.

Ed i morti sono più che decuplicati rispetto a quelli rilevati negli ospedali, perché la chiusura degli uffici pubblici non consente la trascrizione complessiva dei molteplici decessi, avvenuti nell’isolamento delle mure domestiche.

A tutti questi morti,  il rispetto umano, impone silenzio e pietà, ai vivi, obbligo di soccorso.

Tuttavia la Germania, con la quale i rapporti e legami sono ben differenti rispetto a quelli con l’Olanda e l’Austria, per ragioni storiche ed economiche, ha omesso ogni forma di rispetto e di sostegno morale agli Italiani, resuscitando con ciò antichi dolori,  rimossi e seppelliti con le vittime della seconda guerra mondiale, dimostrando come la storia non sia stata maestra.  Non avete voluto vedere e comprendere ciò che stava succedendo in Italia, come se un  italiano valesse meno che niente.

Le scuse postume, prive perdippiù di un sincero ravvedimento, si rilevano insulse, lasciando il tempo che trovano!

Ancora una volta la leaderschip tedesca avrebbe potuto scrivere una grande pagina di storia per l’Europa ed ha fallito. I rappresentanti politici del popolo tedesco, sia in sede nazionale che europea, hanno spianato il percorso alle aspettative delle superpotenze mondiali, bramose della disgregazione dell’Europa, cioè di quella che è stata la più antica civiltà classica al mondo e che era stata unita in uno spirito di rapporti, volutamente improntata, dai padri fondatori, ai valori di solidarietà, uguaglianza, e cooperazione, non certo allo sciacallaggio.

Un tradimento politico, quello teutonico,  che ha trafitto il cuore degli italiani in un momento sì grave e doloroso. Neppure i Borgia osarono tanto contro i loro nemici e mi sovvien sussurro:

“Tu quoque, Brute, filii mi”,  con tutto ciò che esso può sottintendere.

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