La storia ci tramanda che alla fine dell’aprile del 1414 una nave, proveniente dall’Adriatico, naufragò sull’isola Magnisi.

Non ci furono vittime e i naufraghi attribuirono questo eccezionale accadimento alla statua di San Sebastiano, contenuta in una cassa trasportata nella nave. I naufraghi, si preoccuparono subito di raccogliere la cassa, però non riuscirono a sollevarla.

La notizia dell’evento giunse presto al vescovo di Siracusa che, con il popolo in processione, si recò subito sul posto al fine di portare la statua presso la sede arcivescovile.

In contemporanea, la fama di questo miracoloso fatto giunse anche a Melilli il cui popolo, spinto da fede e da curiosità, si recò nel luogo in cui vi era la statua il 1° maggio 1414. La leggenda tramanda che nel momento in cui si decideva presso quale dei paesi del siracusano la statua dovesse esser collocata, improvvisamente e miracolosamente il simulacro divenne pesante per tutti coloro che cercavano di sollevarlo tranne che per gli abitanti di Melilli i quali trasportarono il simulacro di San Sebastiano in processione fino al paese, tra canti di gioia e inni religiosi.

Il Santo Patrono è solennemente celebrato il 20 gennaio, giorno del suo “dies natalis”, quando, alle ore sei, si può assistere alla solenne svelata della statua taumaturgica, posta sull’altare maggiore. Il Santo rimane esposto alla venerazione dei fedeli per l’intero ottavario, per essere conservato, poi, nella sua nicchia fino al 4 maggio.

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