Ieri, l’evento voluto dalla dottoressa Veronica Castro è stato introdotto brillantemente dalla giornalista Mascia Quadarella, il tutto con una massiccia presenza di Carabinieri di Melilli e Villasmundo, oltre che una infinità di agenti di scorta dello scrittore Paolo Borrometi.

All’interno della Basilica di S. Sebastiano la folla delle grandi occasioni.

La Chiesa piena fino all’inverosimile. Il motivo? Stare vicino ad un giornalista-scrittore che da diversi anni vive sotto scorta perché ha osato, in questi ultimi anni, sfidare l’omertà, sfidare la mafia, sfidare i potenti delle due province, tanto da volerlo “ammazzare”, costringendolo a vivere sotto scorta.

Province una volta definite le “province babbe”, appellativo conquistato poiché, almeno per il passato, non sono state culle di fatti criminali eclatanti, insomma, non eravamo come si diceva, alla stessa altezza delle province di Palermo, Trapani, Agrigento e Caltanissetta.

Livatino, il giudice ragazzino ucciso dalla stidda di Caltanissetta, Mattarella ucciso dalla mafia palermitana, l’onorevole Lima ucciso dalla stessa mafia della quale egli stesso faceva parte, per non parlare del questore Boris Giuliano, del giudice Chinnici, del Prefetto Dalla Chiesa, e tanti altri ancora, e dei più recenti giudici antimafia Falcone e Borsellino, insomma un corollario di morti ammazzati che giustamente hanno fatto elevare quasi tutte le province della Sicilia occidentale agli onori della cronaca e che ancora oggi non siamo riusciti a capire chi furono i mandanti e forse neanche gli esecutori. Una cosa è stata sempre certa, in tutto questo miscuglio di morti eccellenti ammazzati, probabilmente, la convinzione dei più è stata quella che la politica spesso sia stata connivente e molto attiva.

E le due province “babbe” della Sicilia Orientale, così venivano definite fino a qualche anno fa per non aver  annoverato fatti clamorosi fino a quando un giovane giornalista come Paolo Borrometi,  Modicano, non ha cominciato a fare le pulci sui loschi traffici del mercato ortofrutticolo di Vittoria, sulla filiera del pomodorino IGP di Pachino e su alcune vicende politiche successe in questi ultimi anni che hanno portato in alcuni casi allo scioglimento per infiltrazioni mafiose di qualche comune delle due province o che hanno portato alle ripetizioni, fatto molto insolito, di parti di elezioni regionali in alcune sezioni della nostra provincia, come Pachino e Rosolini.

Fatti strani, molto strani che hanno coinvolto gli avvocati: Amara e Calafiore, almeno fino ad ora, e magistrati, vedi Longo arrestato e Musco destituito da procuratore aggiunto fino alla destituzione definitiva dalla stessa magistratura. I due militavano fino a qualche mese fa alla Procura della nostra provincia.

Ancora oggi non si è potuto arrivare ad una serena stabilità nell’Amministrazione della giustizia Siracusana. Speriamo che ciò possa avvenire dopo l’insediamento del nuovo  procuratore Sabrina Gambino che ha sostituito Paolo Giordano, travolto anche lui dal sistema Siracusa.

Mi chiedo del perché ieri Paolo Borrometi ha tenuto a spronare il popolo Melillese alla legalità? Voleva che finalmente la politica fino ad ora assente potesse cominciare a farsi valere nei confronti del petrolchimico e che cominciasse a chiedere conto e ragione di tutti i morti di cancro per l’inquinamento industriale del quadrilatero della morte Melilli, Priolo, Augusta e Siracusa? Oppure che ha voluto riferirsi ad alcuni uomini della politica recente, probabilmente graziati anch’essi dal sistema Siracusa?

Certo, in questo comune ci sono ancora tanti filoni di inchieste aperte che vanno dalle discariche alle autorizzazioni di sversamenti industriali poco chiari, concessi alle industrie chimiche e petrolchimiche. Ed altri fatti ancora….

Tanto sono convinto che tra non molto si farà tanto rumore, altrimenti non mi spiego del perché ieri tra le forze dell’ordine abbiamo intravisto il capitano Alfano dei Carabinieri, adesso facente parte del nucleo investigativo di Siracusa, e chi conosce Alfano sa che non è stato mai avvezzo a lasciare le opere a metà. “Mala Tempura currunt”.

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