Durante la malattia il medico deve essere un padre; durante la convalescenza un amico; quando si è guariti, un guardiano. Questo non è per niente una questione ereditaria o genetica. Sicuramente il fattore genetico è importante, pure il fattore ereditario fa una parte molto interessante. I geni caratteriali regalati da mamma e papà. Certamente che l’avere un percorso netto, sia nella vicina fase ante-nascita che nella millenaria fase spirituale karmica delle vite precedenti.

Perche questa premessa? La premessa mi è sembrata doverosa per tentare di mettere in risalto i tanti vituperati ospedali, soprattutto in questo periodo di pandemia che ha stravolto tutti i protocolli possibili ed immaginabili della sanità pubblica.

In tutto questo caos, nella nostra provincia spicca l’ospedale di Lentini con un reparto in particolare: L’oculistica, con a capo una meravigliosa donna, la Dottoressa Rosalia Maria Sorce.

La passione è l’energia della vita, qualunque cosa si faccia in modo appassionato fa sentire completi e felici. Proprio con la passione si forgia la personalità di Rosalia Maria Sorce, chirurgo oculista, responsabile dell’Unità Operativa Semplice Dipartimentale di Oftalmologia di Lentini.

La Sorce, nata a Lercara Friddi (Pa), si laurea in Medicina e si specializza in Oftalmologia nel capoluogo siciliano. Lavora per diversi anni a Roma, impegnata anche in ambito scientifico, si trasferisce a Siracusa in pianta stabile. A Lentini, il reparto di Oftalmologia nasce con lei nel marzo 2012, viene ampliato sempre di più e viene reso autonomo due anni fa. È la dottoressa Sorce a formare il personale che l’affianca, dal dottore Paolo Mangiafico, Gaetano Terranova, Vittorio Marino, sostenuti da una equipe infermieristica altrettanto di valore, composta da Donatella Floridia, Salvina Gaeta, Lara Occhipinti, Maria Concetta Ossino.

Quello che scrivo l’ho potuto constatare personalmente giorno 18 scorso poiché ho subito l’operazione di una cataratta, operazione superata in maniera eccellente, tra qualche mese subirò la seconda nell’altro occhio.

Sapevo della bravura della Sorce, questo mi ha infuso sicuramente serenità. Sereno nei giorni antecedenti all’operazione e soprattutto nei momenti di preparazione. Tanta serenità trasmessa a noi  8 pronti a subire l’intervento, serenità prima, durante e dopo, per merito anche del personale infermieristico.

La professionalità della Dottoressa Sorce è riconosciuta ben oltre Lentini: persone da tutta Sicilia, organizzate anche con pullman, si recano in reparto per essere operate da lei. Tra i tanti interventi eseguiti, due delicatissimi trapianti di cornea, effettuati lo scorso gennaio 2020, a due ragazzi di trent’anni ipovedenti affetti da cheratocono, una patologia distrofica della cornea. Un intervento reso possibile, grazie al supporto del Centro Regionale Trapianti, della Banca degli Occhi del Veneto e della Direzione Strategica Aziendale. “Grazie per averci donato una nuova vita!”: questa la reazione dei due giovani pazienti, felici e increduli, rivolgendosi alla dottoressa e alla sua equipe.

Ridare la vista a un uomo significa consegnargli una vita di gran lunga migliore, dargli la possibilità di nuovi progetti e prospettive più luminose. “La vista è il senso più importante – dice la Sorce, sottolineando il perché della sua scelta -. Gli occhi ci mettono in contatto con il mondo esterno e sono il mezzo di comunicazione più efficace: consentono di esprimere gli stati d’animo: gioia, dolore, rabbia, desiderio, amore. Sono lo specchio dell’anima, ma non soltanto. Sono anche e soprattutto specchio del corpo, si possono diagnosticare diverse malattie osservando il fondo dell’occhio.”

La Sorce è impegnata su più fronti: è Presidente della Sezione di Siracusa e Delegata della Regione Sicilia dell’AIDM (Associazione Italiana Donne Medico), una società scientifica, internazionale, nata nel 1921. Questa associazione tra i tanti obbiettivi si pone quello di valorizzare il lavoro delle donne in ambito medico e promuovere un approccio interdisciplinare tra le diverse aree mediche che tenga conto anche delle differenze derivanti dal genere, per garantire l’appropriatezza della ricerca, della prevenzione, della diagnosi e della cura.

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