Melilli – Siracusa, 14 febbraio 2021 – In merito all’emendamento presentato al Ddl della riforma sugli enti locali, definito incostituzionale dalla deputata Daniela Ternullo, la parlamentare Rossana Cannata dichiara: “La Ternullo forse dimentica che in prima battuta, a questo punto non comprendendo nemmeno di cosa stessimo parlando, ha condiviso i miei emendamenti sull’articolo che riguardava le conseguenze da applicarsi in caso di mancata approvazione dei bilanci, per poi fare adesso marcia indietro. Dopo che anche i componenti del suo partito mi hanno sostenuta nel portare il mio emendamento fino in Aula. E dopo che professionisti di comprovata esperienza politica e conoscenze giuridiche hanno condiviso i miei emendamenti. Quindi nessuno avrebbe capito nulla? Dovevamo aspettare tutti una lezione di diritto dalla Ternullo o meglio da chi le ha impostato il comunicato stampa che si è limitata a diramare, senza forse comprenderne il contenuto? Oppure, chissà per quale strano disegno, la Ternullo vuole semplicemente andare contro la città di Siracusa o contro il suo partito con il quale evidentemente non si consulta? A questo punto chiedo alla Ternullo di spiegarci, dall’alto delle sue fantasiose competenze giuridiche, quale principio costituzionale si sarebbe andato a violare tanto da scomodare la Corte costituzionale. Chiaramente, non comprende cosa si intenda per impugnative e inammissibilità delle norme. E il suo ultimo comunicato stampa rappresenta solo il frutto di una confusione giuridica su un ambito che non le appartiene. Le consiglio quindi di studiare di più sull’argomento, considerando che le norme di interpretazione autentica, anche in materia di enti locali, sono state applicate con tanto di precedenti che sono anche disposta a spiegarle”.

Cara On. Cannata, la Ternullo, da noi conosciuta, ci ha abituato alla sua sapienza senza vergogna. Purtroppo, lei, non ne azzecca una, al punto tale che qualche volta potrebbe finirgli per discutere di ricette culinarie, parlando per esempio di “epitaffi di patate”. In un tempo assai lontano, frequentando il liceo ed avendo un compagno di classe, che chiamavamo il tuttologo, gli facemmo abbassare le penne facendolo cadere proprio sull’epitaffio di patate, dicendogli che la mia mamma un giorno prima me lo aveva fatto mangiare. L’allocco ci cascò, poiché credette veramente che si trattasse di cibo e non conoscendo che che il termine si riferisse alla frase che di solito si scrive sulle lapidi di chi è morto.

Cara On Cannata se ne faccia una ragione, la tizia sta all’ARS per grazia ricevuta ed avendo rinnegato il lavoro che faceva prima, commessa vetrinista, ritiene adesso di essere diventa onnisciente. L’ignoranza spesso mista all’arroganza fa più danno di quanto si stenti ad immaginare.

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