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Pubblicato il: 16/03/2020 08:53

Quando succedono tali epidemie si sa sempre come si inizia mai come si conclude. Solo adesso in Cina l’epidemia pare debellata, ma si deve considerare che i primi casi si sono manifestati già a settembre del 2019. Sul contagio dipende molto da tutti noi, più saremo ossequiosi sulle raccomandazioni che tutti i giorni ci vengono trasmessi dalle autorità, a partire dagli organi nazionale per finire poi a livello locale dai sindaci, e più i tempi si ridurranno.

“Per la settimana prossima ci aspettiamo il picco, realistico pensare a 30-40mila casi”. Lo ha affermato Silvio Garattini, fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri intervistato a Radio Capital sull’emergenza coronavirus.

“Tutto dipenderà da noi, dalla nostra capacità di evitare il contagio. Atteniamoci alle disposizioni – ha evidenziato Garattini – Se tutti avessero stili di vita adeguati e ci fosse un’adeguata prevenzione, forse saremmo più resistenti. La diffusione di virus e batteri continuerà a esserci, dobbiamo ripensare il mondo della salute”.

“Bisognerebbe fare tamponi più mirati, in particolare agli operatori sanitari e a quelli più a rischio”, aggiunge, evidenziando che “si sta studiando anche un farmaco che fu usato per ebola, in Cina è in fase avanzata. Poi c’è l’anticorpo che stanno studiando in Olanda. Ma c’è bisogno di tempo, anche per la sperimentazione”.

“A breve bisogna vedere qual è l’efficacia del farmaco che stanno studiando a Napoli – prosegue- Sarebbe bene che, siccome ci sono già un po’ di pazienti, i risultati venissero resi noti. Siamo un Paese poco preparato a questo tipo di attività, abbiamo reso la ricerca quasi inesistente, la finanziamo molto meno di qualsiasi altro paese europeo. Dobbiamo pensare anche a questo”.

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