Giuseppe Carta seppur ai domiciliari (probabilmente  ancora per poco) resta per decisione del TAR di Catania il sindaco di Melilli.

La decisione è stata presa dai giudici amministrativi perché il ricorso rappresentato dai legali di Sorbello non ha convinto i magistrati che dovevano giudicare sull’argomento.

A questo punto capitolo chiuso.

I Melillesi hanno votato il cambiamento e cambiamento è stato.

Ma che cosa potrebbe succedere adesso con Peppe Carta ai domiciliari per l’inchiesta denominata “Muddica”?

Se la Corte di Cassazione dovesse decidere così come è stato fatto per gli altri indagati/imputati dal tribunale del riesame, liberati perché non ci sarebbero stai i presupposti della carcerazione (e siamo convinti che così sarà), Peppe Carta ritornerà ad essere pieno titolo il sindaco di Melilli, con buona pace per Sorbello reduce della sconfitta elettorale.

D’altronde, la prefettura in applicazione della legge Severino ha sospeso Carta per tre mesi, in quanto aspetta che la Corte di Cassazione si pronunci, e siccome, molto probabilmente, i reati commessi non sono stati così gravi da sospendere Carta per più di tre mesi si è obbligati ad aspettare.

Nella passata tornata amministrativa, quando, invece, Sorbello e Cannata furono sospesi per ben 18 mesi l’amministrazione andò avanti lo stesso perché il vice sindaco prese il posto del sindaco sospeso. Adesso è avvenuta la stessa identica cosa. Pensiamo che, alla fine dei tre mesi di carcerazione domiciliare preventiva, tempo massimo previsto dal nostro ordinamento giudiziario, Carta ritornerà a riprendersi il posto che gli hanno tolto.

Quindi, come disse quel famoso allenatore italiano Giovanni Trapattoni quando allenava in Italia: “Non dire mai gatto se non ce l’hai nel sacco”. Amen la messa è finita.

Commenti

commenti

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata