Ci sono oggettive difficoltà dovute alle condizioni ambientali dello stretto, caratterizzate da fondali marini irregolari e molto profondi (oltre i 100 m), da tumultuose correnti marine e da forti venti in una zona a elevata sismicità.
Nello stretto è presente un sistema di faglie, che ha provocato i tre terremoti di Messina. Mi potete dire, ma allora in Giappone? La risposta è contenuta in questo video, di cui posto il link: http://www.lastampa.it/…/il-video-che-dimostra-…/pagina.html, gli altri realizzati, la cui maggior parte sono sospesi, che a mio avviso fanno paura, certamente, non sono stati realizzati per far viaggiare mezzi pesanti per trasporto gas, petrolio, e merce varia.
La maggior parte sono ponti più turistici che altro.
Se ne parla dal 251 a.C. de il “Ponte di Messina” e tutti, quasi tutti, gli enti scientifici hanno rilasciato pareri sfavorevoli alla realizzazione dell’opera.
Recenti studi hanno indicato che il trasporto merci via mare verso i porti della Liguria risulta vantaggioso sotto molteplici aspetti.
Inoltre, è un progetto molto costoso, con quei soldi potremmo manutenzionare tutti i ponti italiani sulla terraferma, già esistenti; implementare le ferrovie dello stato e le autostrade ove ancora ci sono gallerie senza luce, guard-rail pericolanti, asfalti a patchwork e muri di recinzione spaccati da frane, alluvioni e quant’altro.
La Catania -Messina è soggetta ad alluvioni; la Catania -Palermo a deviazioni; e la Siracusa –Gela, ancora incompleta, è stata sin dall’inizio progettata male, si vocifera che sotto il manto stradale il riempimento è stato fatto con marne (rocce friabili a base di bicarbonato di calcio, idrosolubili), lavatrici e frigoriferi. Ciò significa che è stata sempre a rischio crollo.
E poi scusatemi, ma se sulla terraferma, nonostante il degrado ben visibile in generale dei ponti italiani e in particolare di quello di Genova, segnalato alle autorità più volte, non è stato mai manutenzionato, figuriamoci sott’acqua quello che potrebbe succedere! Lo vedete il ponte di Augusta in che stato si trova?
Quindi a chi gioverebbe un ponte sullo stretto di Messina? Se non ai colletti bianchi? In cambio di voti?
Se ci fate caso ogni 5 anni, che coincide ad ogni una elezione politica di un parlamento, una regione, un comune e quant’altro, si parla sempre delle stesse cose. Ma dai. Per favore. Cerchiamo di essere meno stupidi e più intelligenti, come i nostri avi, che pensavano meno ai propri profitti e più alla sicurezza dei cittadini.
Ma secondo voi, i romani, i saraceni, gli egiziani stessi che riuscivano a fare di tutto e di più con le loro rocce, erano così stupidi a non farlo prima?
Quando si rilasciano autorizzazioni a progetti importanti, come quello de il ponte sullo stretto di Messina, occorre valutarli a 360°, attenzionando soprattutto l’ambiente e il portafoglio, che non sempre si intersecano.
Al primo posto bisogno mettere: “idee, progetti, opere a impatto zero, compatibili con la geomorfologia e condizioni meteo del luogo.
Questo vuol dire “ecosostenibilità ambientale”, cioè “coscienza ecologica” ed “economica”.

Dott.ssa Mara Nicotra
Ricercatore esperto in problematiche e politiche ambientali ecosostenibili

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